Adriana
47 anni, Lazio
Ho iniziato con i primi sintomi il 18 ottobre; il 21, dopo il primo tampone, vengo ricoverata per una polmonite interstiziale, fino al 13 novembre, quando mi negativizzo. Dal 18, fino al 24, resto attaccata all'ossigeno nel reparto "OBI". A distanza di tre mesi, ho ancora parte dei sintomi, nonostante i sessanta giorni circa di terapia, fatta da eparina, antinfiammatori e cortisone. Il 23 dicembre, dopo due mesi circa dalla mia positività, e quaranta giorni dalla mia negatività, dopo una visita cardiologica, mi viene chiesto un ricovero d'urgenza (tutto documentato), non vengo ricoverata (l'ospedale di Latina è diventato ospedale Covid), mi fanno comunque una TAC di controllo, che confrontano con quella fatta in precedenza durante il mio ricovero. Mi confermano che i miei polmoni non sono del tutto guariti. A oggi ho difficoltà a fare ogni cosa, anche solo piccoli spostamenti, con tosse stizzosa a ogni passo, con annessa tachicardia e spossatezza. Ho problemi a deambulare, con dolori e stanchezza muscolare. Nausea, pallore, con una pressione ballerina. Durante la degenza ho perso circa sei chili. Per più di due mesi, ho avuto problemi con gusto e olfatto, a oggi ancora non sento tutti gli odori. Ho avuto una brutta congiuntivite, che ancora oggi sto curando, e dissenteria per un lungo periodo. Sono una persona con una storia clinica delicatissima. Sono affetta da Sindrome da anticorpi antifosfolipidi, con una vescica neurologica, con impianto di pacemaker sacrale.
Ho iniziato un percorso "PAC" il 12 gennaio 2021 a Latina; ma a oggi, oltre a fare il prelievo venoso e la scheda paziente, ho fatto solo la visita pneumologia. Un percorso lento e poco funzionale.